Affrontare le fragilità dei luoghi con un cavolfiore
Come valutare i benefici e le ricadute dei nostri interventi? Qual’è la nostra scala dei valori? Che ce ne facciamo del benessere economico se ci ammaliamo? Come quantificare e anticipare i rischi?
Le Nature-based Solutions in quanto tali non possono dare risposta a queste domande ma le portano a galla, per la portata culturale del cambiamento che la loro implementazione richiede.
Una settimana fa ho assistito alla mattinata di lavori aperta al pubblico al Politecnico di Milano e dedicata alle NbS applicate ai contesti urbani come strumento per contrastare la fragilità sistemica.
Riconoscere, studiare e affrontare la fragilità
Siamo sotto il cappello del nuovo centro di competenza craft, dedicato alle fragilità territoriali e che promette di essere anche un luogo fisico, aperto agli attori interessati ad affrontare queste tematiche, sia pubblici che privati. E questa, almeno per me, è una prima notizia, che potrebbe essere una grande notizia perché sono convinta della necessità anche di un luogo di incontro stabile su tematiche che devono catalizzare l’interesse e l’impegno di tanti stakeholder diversi.
È stato fatto uno sforzo da parte degli organizzatori, per invitare non solo ricercatori alla foltissima schiera dei relatori, ma anche professionisti: architetti, vivaista, implementatore di soluzioni tecnologiche legate alle NbS, naturalista e amministratori locali si sono alternati, presentando aspetti di varia scala spaziale e tematica, dalle valutazioni costi-benefici alla salute umana, dalla co-progettazione agli ostacoli procedurali o normativi, all’esigenza di riconsiderare le priorità di un progetto architettonico o di spazio pubblico.

Veramente un gran mix, dalla quale sono uscita confusa e leggermente depressa.
Non appartengo al mondo della ricerca, nè ho esperienza di lavoro nel settore pubblico: negli ultimi anni però osservo, studio, seguo il dibattito e cerco di comprendere come poter contribuire alla necessaria trasformazione di prospettiva verso il territorio e il benessere degli esseri viventi.
Ascoltando una dopo l'altra le relazioni, ho percepito la passione di chi lavora su questo tema, ma anche lo sconforto generato dall'estrema complessità e vastità dell'argomento, oltre al fatto che le NbS possono essere applicate a scala dell'edificio così come a scala regionale, ovviamente in modi completamente diversi, con ripercussioni diverse e non facilmente accostabili.
Di certo il presente è spesso frustrante e mettere in pratica il cambiamento energivoro.
Il Policy making su queste tematiche è appena alle sue prime fasi in Italia, richiede tempo e nel mentre l'implementazione di NbS, progetti di economia circolare e valorizzazione delle conoscenze dei territori assomigliano a missioni.

Il frattale: una possibile chiave di interpretazione (e speranza)
Poi ho pensato al solito cavolfiore, simbolo per eccellenza del frattale.
“Un frattale è un oggetto geometrico fatto di parti in un certo senso simili al tutto” (…)
La geometria euclidea, per esempio, non è adeguata a misurare la lunghezza esatta di una costa, perché la costa è un succedersi di rientranze e sporgenze sulle quali si aprono a loro volta ulteriori rientranze e sporgenze, in scala sempre più piccola.
Alla domanda “Quanto misurano le coste della Gran Bretagna?”, Mandelbrot affermò in un celebre articolo del 1967 che dipende dalla lunghezza del righello con cui le si misura: più corto è questo righello, più la lunghezza totale tende verso l’infinito, perché sarà possibile scendere a scale sempre più piccole, che faranno emergere nuovi anfratti e nuove sporgenze.Benoit Mandelbrot: al cuore rugoso della natura
Nei sistemi il tutto è più di una somma delle parti, anche se alcune strutture si ripetono a scale diverse.
Ma il frattale suggerisce di agire dove si può, a livello micro di singola area verde o a livello di corridoio ecologico o di foresta urbana: il disegno generale non è scritto nel piano (quale piano può contenere tutto e resistere all'obsolescenza dopo essere stato redatto in anni e anni?), ma nella visione del futuro che si sceglie e in una regia pubblica che poi lasci della libertà di manovra a enti locali, cittadini e privati nel realizzarla.
Visione e poche ma chiare regole (come emerso anche in "Progettare il disordine", giornata di lavori di UrbanPromo) e un pizzico di accettazione della "concezione anarchica del vivente": non possiamo controllare tutto, ma possiamo scegliere in che direzione vogliamo dirigerci.
Cosa fare dell'immensa l'impalcatura normativa, di piani, livelli decisionali, forze e interessi che remano contro, ngiustizie globali e ignoranza?
Le proposte implicite dei relatori sono state: formare, scegliere, accompagnare, forzare, evitare, convincere.
Si è parlato di valore economico delle NbS ovviamente, ma anche di valore sociale, valore del tempo, valore della natura.
La mia sensazione è che più si cerca di adattare modi di operare che richiedono un respiro e una progettualità diversi al sistema economico e politico vigente, più è facile impantanarsi e uscire fuori strada.
Dove conviene agire?
Questo non significa rinunciare a fare i conti con la realtà, ma valutare anche le energie che possiamo mettere in gioco e capire dove e come è più efficace ed efficiente utilizzarle.
E per arrivare a questa consapevolezza di natura sistemica servono metafore, racconti, esperienze e immaginari in grado di farci vedere i futuri possibili, non solo quelli distopici.
Serve costruire e condividere visioni verso le quale muoversi e naturalmente avere in mente il fattore tempo, come fa per esempio lo strumento dei “Three Horizons”.
Serve anche procedere per tentativi, per quanto ragionati. Siamo fallibili come lo è la natura, non possiamo dimenticarlo e pretendere sia altrimenti.
Leverage points, like many ideas about complex systems, are simple concepts but very difficult to master.
To find where they are in a system (and subsequently where to intervene) may seem intuitive to people who know a system well, but actually the interventions are often surprising or counterintuitive.Leverage Points

Torniamo al workshop: suggestioni in ordine sparso
Il punto a mio parere è immaginare dei futuri desiderabili e capire cosa possiamo fare per realizzarli.
Attorno a questo perno ecco le suggestioni che mi hanno raggiunto:
1. L’Educazione
delle giovani generazioni va sostanzialmente aggiornata alle sfide del presente e al necessario shift culturale, ma nel mainstream non c'è abbastanza consapevolezza.
(Io aggiungo vero, ma non ovunque: ci sono persone che fanno scelte diverse che spaventano perché fuori dal selciato, ma gli esperimenti si moltiplicano e, anche se non fanno ancora massa critica, bisogna focalizzare l'attenzione per notarli, perché possono indicare una strada).
E la formazione dei decisori? La formazione di tecnici e professionisti? Quanto ne sappiamo di processi e strategie che la natura adotta? Libri e studi aumentano, ma non è sempre facile tradurre le conoscenze scientifiche i nuovi modi di sentire e agire... ci vogliono tempo e umiltà.

2. Committenza
Se è vero che la pubblica amministrazione, per dovere e/o per mancata preparazione spesso sceglie le soluzioni economiche al ribasso e le NbS ancora non sono competitive se si tiene in considerazione il costo orario, è anche vero che (provandoci con professionalità e convinzione) si possono trovare committenti in grado di comprendere il valore di una scelta sostenibile e rigenerativa, e il ritorno in termini di lungo periodo e di comunicazione che ne possono trarre.
3. Spazio, tempo, denaro:
occorre capire quali azioni - se continue e diffuse - riescono a convivere con orizzonti temporali e investimenti relativamente ridotti (20 anni?) e quali invece richiedono uno sforzo di immaginazione e programmazione diverso e possono essere realizzate solo coinvolgendo realtà capaci di proiettarsi a dovere.
Comincia a emergere una filantropia “illuminata” che può aiutare molto, ma quando c’è una volontà politica, pur con difficoltà e contraddizioni un modo lo si trova... come avvenuto per il parco della Goccia a Milano.
Non è facile stimare "quanto vale" il tempo, soprattutto in periodi di incertezza, ma occorre fare uno sforzo in questa direzione, valutando i danni stimabili ed evitati e i benefici anticipati. È un cambio di prospettiva obbligato.
4. Quanto valore, quali valori
Come superare le valutazioni che considerino il solo valore economico di una scelta progettuale? Considerare solo una dimensione non offre un quadro minimamente realistico di come i sistemi funzionino, ma un quadro incredibilmente limitante e riduttivo.
Se in campo economico si fa un primo passo considerando valori diretti e indiretti delle NbS, arrivando a un Total Economic Value, in campi diversi come la salute sta emergendo una prospettiva più strutturale chiamata “Health in All Policies”: la necessità di superare i classici centri di competenza, promuovendo tra l’altro la figura di Health City Manager come ponte tra le diverse politiche comunali che hanno ricadute sulla salute.
5. Partecipazione
Il valore sociale di un intervento è parte imprescindibile e le valutazioni dovrebbero coinvolgere il tessuto sociale interessato dagli interventi, perché - quantomeno sui servizi ecosistemici che li riguardano - gli abitanti avranno sicuramente un'opinione e tale opinione sarà tanto più informata e consapevole, quanto più e quanto prima avranno partecipato a eventi di progettazione partecipata.
Ma un'equa distribuzione dei valori sociali è ancora un obiettivo, così come - aggiungo io - una partecipazione realmente inclusiva di diverse generazioni, diversi redditi, diverse culture e rappresentazione dei generi.
Il principio paretiano di efficienza prevede che ogniqualvolta una modifica consente di migliorare la situazione di alcuni individui senza peggiorare quella di nessun altro, essa dovrebbe essere realizzata, perché incrementa il benessere collettivo.
wikipedia
Per approfondire:
Craft: Competence Center Anti-fragilie Territories
An impact evaluation framework to support planning and evaluation of nature-based solutions projects (report)
www.daku.it (soluzioni verde pensile, PMI innovativa)
Dry Garden per la nuova sede di Regione Lombardia
Universal Basic Nutrient Income — Institutional Infrastructure for 2040 Food Preparedness
Introduction to Speculative Design Practice
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Parco la Goccia (Instagram)
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