Materia oscura
La storia della vita è ancora un mistero, un gioco di magia di cui non afferriamo il segreto. Sappiamo quando è successo, più o meno 3,8 miliardi di anni fa, ma non come è successo.
Come è potuto accadere che diversi elementi, considerati materia inerte, con l'impetuoso, indispensabile aiuto di fonti di energia (come il sole) o di forze (come la pressione), si siano trasformate nelle prime forme di vita?
Gli alchimisti non erano così folli dunque. Forse neppure i miei coetanei che lavorano sull'uomo di silicio.
La vita emerge. E non sappiamo come.
Forse come la coscienza.
Il labirinto alchemico è un viaggio iniziatico dentro se stessi, per arrivare con un percorso tortuoso, ma non ingannevole, al proprio centro, al midollo di sè. Solo allora si può tornare, e non c'è rischio di perdersi: il filo di Arianna non serve per ritrovare la strada, ma per non dimenticare quel che si è appreso.
Interiorità di gran lunga più profonde della realtà, di gran lunga più determinanti anche se invisibili, come la materia oscura.
E’ lo spirito che alberga nella foresta di cui cantano gli indigeni, è il contatto con mente, emozioni e volontà di cui parlano oggi esperti in discipline psicologiche, sociali, manageriali.
Si capta facendosi crescere le antenne: osservando a lungo e in modo sottile elementi, cose, viventi e le persone attorno a noi; una volta appreso a sospendersi e ad espandersi, occorre aspettare che l'incantesimo assuma forma e sostanza. Pazientare restando vigili, aprirsi a ciò che le giornate portano come il mare, ricordare le proprie intenzioni ed essere pronti a riconoscerle sotto vesti diverse da quelle che potevamo immaginare, lungo strade diverse.
C'è chi parla di abisso: il ventre della balena nel viaggio dell'eroe, la soglia per attraversare la quale bisogna spogliarsi e lasciare. C'è sempre una sofferenza, un sacrificio nel passaggio, c'è sempre bisogno di abitare le proprie paure, perché l'unica alternativa è rimanerne schiavi.
Si tratta di un viaggio individuale, ma c'è sempre un pubblico, amico o nemico forse è uguale.
Attesa, ignoto: le parole sono facili ma viverci dentro è un'arte difficile da trasmettere, una pratica che ci coglie sempre impreparati, un tempo che sembra non finire mai. Chi ci ha provato sa che combatterlo significa distruggere se stessi, l'unica cosa è accettarlo al proprio fianco ricordando che anche questo tempo appeso è vita, un inverno dell'evoluzione dove tutto appare soltanto in stasi e invece si fanno i preparativi.
Il cambiamento emerge. Difficile capire come, ma anche quando si passa dalla cruna dell'ago.
Forse nel momento in cui passare dall'intenzione all'azione diventa fluido come una danza e troviamo il nostro campo sociale, emergiamo dal suolo, pronti a essere visti e nutrire.
Per approfondire:
G.Bologna, Noi siamo natura. Un nuovo modo di stare al mondo, 2022 (libro)
Siamo foresta, Triennale di Milano (incontro e mostra)
La teoria del campo quantico e la fisica delle particelle, intervista a David Kaplan
La coscienza dell'uomo e delle macchine, intervista a Federico Faggin
R.Harris, La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere, 2010 (libro)
Sismique, Beyond the darkest hour, intervista a Otto Scharmer (podcast)
O. Scharmer, Teoria U, i fondamentali, 2018 (libro)