
Il mio Fuorisalone, alla ricerca del design che riflette il cambiamento
Quest'anno ero davvero curiosa di capire se una kermesse multivocale come la Milano Design Week sarebbe riuscita a restituire, almeno in parte, il cambiamento di prospettiva di cui il mondo ha bisogno e di cui spesso i designer si fanno ambasciatori.
Ho deciso di partire dall'appuntamento meno tattile presente in calendario, una serie di video interviste proiettate da MEET (riferimento per la cultura digitale a Milano) dal titolo più che promettente: Tomorrow Living.
Un punto di partenza talmente interessante che mi ha fornito la chiave per ordinare anche le altre esplorazioni del Fuorisalone 2022 secondo i 4 "capitoli" in cui i contributi di Tomorrow Living sono strutturati, 4 parole chiave del design contemporaneo.
1. Design Resiliente
Come città, quartieri e abitazioni, con l’aiuto della tecnologia, possono soddisfare meglio i nostri bisogni e aspirazioni a lungo termine?
I processi di progettazione partecipata possono portare a soluzioni personalizzate, rispettose delle risorse disponibili, durature, con un’alta qualità della vita al proprio interno ed energeticamente semi-indipendenti.
Interessante il parallelo concettuale tra quartieri e blockchain, intesi come organizzazioni tecnologiche decentralizzate, citata da un membro dello studio di Amsterdam Space&Matter: basta visitare il loro sito internet per capire quale è il ruolo attuale di architetti e urbanisti, legando assieme progettazione collaborativa e inclusiva e sostenibilità socio-ambientale ed economica.
We see architecture as an opportunity to build community, work towards a circular economy and assume responsibility towards the living environment. In the end, we create buildings that enable change in all levels of society and that teach us how we can live together - now and in the future.
Ma esistono ancora i progetti-concetti di ampio respiro pensati da una sola mente: le Earth Stations sono una ricerca dell'architetto-artista-artigiano Michele De Lucchi.
Una visita al suo nuovo studio in via Varese aperto in occasione della Milano Design Week, è un'esperienza che vale più di 1000 parole: l'attenzione al dettaglio, all'ordine e alla coerenza estetica e concettuale invade ogni centimetro, si lavora con gli strumenti e le tecnologie più moderne, ma la creatività è di stampo artistico, legata alle intuizioni - geniali e bellissime - di De Lucchi.
Earth Stations are active architectures that form networks which are easy to reach and are built in places that form or regenerate urban and infrastructural nodes. (...) They are organised to promote walking and casual encounters, which is the best method of creating ideas and interaction. (...) They come from exploring humanistic qualities in architecture which are influenced by atmospheric and sensorial experiences rather than purely the formal or visual definition of space. They promote a continuous stream of mobility and communication that inspire formal and informal events, supported by workshops and technologies for new forms of expression and production.
Per la prima volta, anche un distretto legato ad arte e artigianato come 5Vie, ha dato spazio e voce all'esposizione di progetti dal DNA diverso: progetti sociali, scaturiti dai saperi locali ed esplorazioni culturali aumentate fanno parte di "Design in transition: towards a community based future", un primo esperimento, perché mettere in mostra e comunicare progetti complessi non è facile, ma da qualche parte bisogna iniziare!
2. Design Rigenerante
Come gli spazi che viviamo fisicamente, ma anche virtualmente, possono aiutarci non solo a farci sentire bene e protetti ma anche a rigenerarci?
Le neuroscienze non sono ancora applicate spesso nella progettazione di nuovi edifici, ma vengono prese sul serio nella progettazione di esperienze ibride e ambienti costruiti in 3D.
I termini più spesso utilizzati sono luce, acqua, colori, musica, ritmo, respiro, flusso, mindfulness, senso di sicurezza, relax, senso di appartenenza, arte (come "pianta culturale", che genera semi per la nostra salute mentale) e natura, specchio di noi stessi.
Molti gli spunti nei video di Tomorrow Living, dall'estetica animata di Alexis Christodoulou che ci porta altrove in un batter di ciglio e ci lascia immaginare come sarebbe bello abitare un paesaggio virtuale per qualche minuto ogni giorno, all'esperienza di meditazione immersiva in un monastero Tao, aumentata dai nostri stessi dati sensoriali che modulano colori e suoni per stimolare la nostra concentrazione (by EPFL+ECAL Lab).


Non sono mancati ovviamente oggetti rigeneranti che giocano con i nostri sensi con l'obiettivo di farci trovare un angolo/momento di piacere, relax, raccoglimento, divertimento... a me ha colpito la "scultura da terra" Molten Memories di Sarah Roseman, che unisce ceramica, filati e tessuti per ricreare un paesaggio tattile, terreno di gioco delle sue memorie di bambina, ospitato a Isola; Craft prism di Yuko Sakamoto (collettivo giapponese 9+1), che ci offre una prospettiva diversa attraverso cui guardare alla quotidianità, a Certosa.
In questa edizione del Fuorisalone ho trovato spesso una cura particolare alla creazione di un'esperienza da vivere con i 5 sensi: in Alcova ho trovato un'attenzione incredibile ai profumi, alle luci naturali, e soprattutto al rapporto tra verde, spazi interni e allestimento dei prodotti. Un lavoro attento al dettaglio che invitava alla piacevole scoperta all'insegna della biofilia.
3. Design Responsabile
Imprescindibile mettere a fuoco la responsabilità dei designer, delle aziende e di chiunque progetti al giorno d'oggi nei confronti della sostenibilità di quel che producono e dell'intero ciclo di vita dei prodotti, ma in questo capitolo di Tomorrow Living si va oltre, esplorando alcune frontiere, come il design di oggetti/processi che aiutano le persone ad acquisire conoscenze e consapevolezza o il co-design assieme a batteri e luce solare. Dobbiamo ancora esplorare e imparare moltissimo, ma sappiamo di dover riutilizzare, trasformare, rimetabolizzare, reinterpretare.
Waterschool, ospitato da Alcova, è un progetto di ricerca ma anche una modalità per organizzare e curare un'esposizione di designer indipendenti attorno a un tema infinito, ma anche essenziale come l'acqua. E l'idea funziona, perché i progetti selezionati sono così interessanti da fornire effettivamente un'occasione di serio approfondimento, anche nella "biblioteca" del sito.
A me sono rimasti impressi i tessuti "disegnati" dalla pioggia di Made by Rain, che diventano oggetti non solo unici, ma anche site specific; le piastrelle di Blood related, composte esclusivamente di sangue di mucca, un materiale di scarto dei processi di macellazione dei bovini da carne; Smogware, la collezione di ceramiche smaltate con le polveri sottili che inquinano le nostre città.




Affascinata dalle informazioni a corredo dei prodotti, che comunicano all'esterno i valori del brand e i processi che hanno consentito la realizzazione del prodotto, ho apprezzato le targhette dei cesti di Loewe, recuperati in varie parti del mondo e "rammendati" da artigiani, che li hanno letteralmente trasformati in pezzi unici di lusso: ogni cesto ha la sua "carta d'identità" che traccia provenienza, materiali e funzione del cesto originale, ma anche il numero di ore necessarie per il prezioso rammendo.


4. Design Reattivo (Responsive)
Le tecnologie intelligenti, i sensori e i Big Data ci consentono di progettare prodotti, ma soprattutto sistemi che rispondano meglio e in tempo reale ai cambiamenti dell'ecosistema.
Senza dubbio è design di avanguardia quello proposto da EcoLogicStudio, che parte da un concetto semplice: conoscendo meglio la natura e il funzionamento di altri organismi viventi, potremmo trovare soluzioni circolari ai problemi che causiamo agli ecosistemi. I loro progetti nascono dalla ricerca e coinvolgono alghe, funghi, batteri, algoritmi e intelligenza artificiale in un design "biodigitale", che sembra muoversi agilmente dalla scala dell'oggetto a quella territoriale.
Si sente parlare anche di conscious design nei video del MEET, figlio delle neuroscienze, anche se siamo ancora al livello di awareness come si direbbe in comunicazione:
Conscious Design initiates the person-space dialogue in order to keep places evolving. That dialogue is powered by science and technology, bringing spaces to life. Science-informed, collaborative, technology driven, and here to consciously make a positive impact.
Tornando a una declinazione del Responsive design più "tradizionale", ecco cosa ha attirato la mia attenzione:
Non solo divertente come idea, ma anche un po' emozionante la possibilità di creare un tappeto personalizzato a partire da un testo che ci sta a cuore: un algoritmo tradurrà le parole in colori e i colori in trame astratte. Provate a generare il vostro pattern e ordinate un Kilim fatto a mano in Bosnia.
Al Salone Satellite era in mostra OTO, la poltrona disegnata per persone che soffrono di autismo (ma piacevole per chiunque) dove il controllo è in mano all'utilizzatore che con un telecomando sceglie dove e quanto "abbracciarsi", isolandosi temporaneamente dal mondo esterno per raccogliersi in se stesso: provare per credere.
Affascinante anche la ricerca di Mathilde Lafaille su compresse e pastiglie stampate in 3D, con forme e colori che aiutino i pazienti a ricordare contenuto e posologia.


Appendice (proposta): Design Rispettoso
Il mio personale desiderio sta diventando realtà: dopo tanti anni, vedo finalmente convergere gli interessi di chi si occupa di design "materico" e i player più importanti del design digitale, nati con il web e cresciuti a pane, user experience e interaction design.
A Isola Design District c'erano due pezzi importanti dell'ecosistema del design strategico nativo digitale, Sketchin e Frog; del primo non posso che rimandare al programma dell'incontro a cui non sono riuscita a partecipare per esaurimento posti, Human to Human.
Sono invece stata al doppio talk di Frog: Convergent Design and Connected Future & Going beyond Sustainability che ho trovato stimolante soprattutto nella seconda parte, presentata da Kara Pecknold.
Naturale che in Frog abbiano ben chiara la necessità sempre crescente di progettare prodotti con una doppia anima fisica e digitale, e che dall'oggetto/interfaccia siamo passati al design di sistemi/ecosistemi smart, connessi e pensanti.
Interessante il riferimento al design dei dati, necessario a trasformare raccolte quantitative in strumenti di conoscenza e apprendimento, per le aziende così come per gli utenti, e quindi occasioni per cambiare i propri comportamenti, creando una nuova forma di collaborazione con l'intelligenza artificiale.
Kara ha portato una ventata di spunti per me nuovi, centrando il punto: l'attenzione che qualche anno fa aveva spostato la barra della bilancia dal fisico al digitale, ora si sta nuovamente muovendo dalle tecnologie verso urgenze che sono insieme sociali e ambientali, e la centralità umana che è sempre stata alla base del human centered design va rivista e reinterpretata.
In primo luogo occorre essere aperti, curiosi, riconoscere i nostri gap, arrivando almeno ad essere coscienti delle nostre incompetenze e desiderosi di imparare; occorre capire il valore delle diversità personali e culturali e trovare un modo per entrare in dialogo con quante più persone possibile, accettando velocità, profondità e prospettive diverse.
Sono andata a cercarmi due riferimenti citati nella presentazione: in entrambi i casi si tratta di liste, sorta di vademecum per il designer contemporaneo, che deve riconoscere e rispettare la complessità e la fragilità del mondo e del tempo a cui appartiene.
78 Questions to Ask about Any Technology (funzionano anche con "Design" :)
Per approfondire:
https://www.meetcenter.it/it/event/tomorrow-living-salone-del-mobile-2022/