Arcipelaghi di città in un mare di guai?
Grazie alla rassegna quotidiana di Italiachecambia ho saputo che su Nature è stato pubblicato uno studio che valuta la qualità dei piani di adattamento climatico redatti dalle città europee dal 2005 al 2020: Quality of urban climate adaptation plans over time.
Il primo dato è l’unico che riguarda anche il nostro Paese: su un campione di 327 città europee medio-grandi, il 51% ha un piano.
Tra le 32 città italiane incluse nel campione, risulta che solo due città – Bologna e Ancona – nel 2020 avevano un piano di adattamento.
Sembra che il fatto dipenda da un Piano nazionale ancora in fase di adozione (ricordo che abbiamo iniziato nel 2016), anche se in realtà le due cose possono viaggiare su binari paralleli e alcune città italiane ultimamente si sono mosse in tal senso, anche con altre tipologie di piano (per esempio il Piano Territoriale di Area Vasta di Rimini).
Va anche detto che alcune Regioni italiane si sono dotate di linee guida e strategie per l'adattamento ai cambiamenti climatici (Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Abruzzo) e altre hanno avviato percorsi ancora non conclusi.
Quindi le considerazioni che seguono praticamente non riguardano l’Italia e non affrontano il dubbio su cui tanti stanno riflettendo, cioè se i piani siano o meno lo strumento più efficace per “gestire” il cambiamento climatico, dove il fattore tempo è un fattore cruciale.
Forse l’iniziativa promossa da Rockfeller Foundation Resilient Cities Network, che mette in relazione i sindaci e le amministrazioni delle città di tutto il mondo mirando a creare una “Community of Practice” può fornire un'altra prospettiva.
Ovviamente non si può mai dimenticare che la città non è un’isola e non dovrebbe mai essere considerata come tale, ma se possibile questa certezza è ancora più lampante se si tratta di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, dove lavorare su più scale territoriali è essenziale per raggiungere risultati concreti (vedi anche questo post).
Tornando finalmente allo studio...la valutazione della qualità dei piani è fondata su 6 principi:
Raccolta dei dati su impatti, rischi e vulnerabilità: dove siamo e che problemi abbiamo e avremo
Obiettivi del piano: dove vogliamo andare
Misure: come pensiamo di fare per raggiungere i nostri obiettivi
Implementazione: come pensiamo di farlo (strumenti e processi)
Monitoraggio e valutazione: stiamo andando nella direzione giusta?
Partecipazione pubblica
Cosa mi rimane impresso leggendo lo studio:
1. Ad essere cattivi si potrebbe dire che anche il migliore della classe non raggiunge il 7, mentre la media della classe è poco sopra il 3. I piani stanno migliorando, ma ancora non sono il massimo.
The average adaptation plan records just about one-third of the total possible quality score, with Galway in Ireland attaining the highest mark of 67 (of 100). Our analysis shows room for improvement in European urban adaptation planning, in particular with regard to consistency in plans, the follow-up of measures, and the involvement of vulnerable groups.
2. Pianificare male può essere anche peggio che non pianificare proprio.
Inappropriately planning for climate threats could entail as many risks as the climate impacts themselves. Consistency between identified risks and planned adaptation measures and actions is a crucial factor for the overall quality of urban adaptation plans.
3. Mai dimenticare che un piano ben fatto non significa automaticamente un piano ben implementato (mai dimenticare l’importanza dell’exectution).
Our study did not set out to prove that higher-quality plans result in better implementation; that is a matter for further research.
4. Purtroppo è ancora molto, molto raro che i piani rappresentino e coinvolgano l'intera cittadinanza; nel migliore dei casi si considerano categorie di persone vulnerabili come anziani, bambini e persone a basso reddito, ma non li si ascolta.
Plans focus more on impacts/risks of vulnerable sectors/industries than on the needs of vulnerable groups of citizens. While about 44% of plans included measures that target particular vulnerable groups, only 7% of plans also included these groups in the monitoring and evaluation processes. Only 5% of plans include vulnerable groups in their participation strategy.
Visto che in Italia non siamo stati veloci a muoverci nonostante la vulnerabilità quasi eccezionale el nostro territorio, almeno cerchiamo di evitare qualche errore.
Per approfondire:
www.nature.com/articles/s42949-023-00085-1
www.lifegate.it/europa-piani-adattamento
www.mase.gov.it/pagina/piano-nazionale-di-adattamento-ai-cambiamenti-climatici
https://cambiamenticlimatici.isprambiente.it/index.php/quadro-normativo-e-politiche-di-adattamento/italia/
https://resilientcitiesnetwork.org